Questo itinerario offre un viaggio che spazia dai boschi di conifere tipici dei paesi nordici fino a quelli di leccio, diffusi in tutta l’area del Mediterraneo.
La partenza dell’itinerario è il Passo Cimabanche, naturale spartiacque tra le valli d’Ampezzo e Pusteria, e nel primo tratto segue il percorso della “Lunga via delle Dolomiti”, ricavato nel sedime della ex-ferrovia delle Dolomiti costruita durante la prima guerra mondiale e dismessa nel 1964. Le pendenze del percorso sono costanti e facilmente affrontabili; il fondo è in parte sterrato e in parte asfaltato.
Nei pressi di Cortina d’Ampezzo la pista è frequentata anche da numerosi pedoni: si raccomanda pertanto prudenza. Lasciata alle spalle la celebre conca ampezzana, la pista ciclabile lambisce il torrente Boite verso sud, fino a San Vito di Cadore, dove la massiccia mole del monte Antelao fronteggia quella inconfondibile del monte Pelmo.
A Borca di Cadore la pista si discosta ulteriormente dal torrente Boite che si perde all’interno della valle. I nuovi ponti ciclabili e le vecchie gallerie permettono di pedalare in sicurezza attraversando i pittoreschi paesi cadorini di Vodo, Venas, Valle e Tai.
A Pieve di Cadore conviene arrivare per tempo per prevedere una sosta di interesse artistico; oltre alla casa natale di Tiziano Vecellio, celebre pittore rinascimentale, il paese conserva un considerevole numero di edifici di interesse storico, un’area archeologica di origine romana, una notevole chiesa arcidiaconale e due musei: uno sulla storia della Magnifica Comunità del Cadore e uno originale sull’occhiale.
Si riprende la bici fino a Calalzo di Cadore. Terminata la visita si riprende la bici e senza far fatica si raggiunge il pittoresco paese di Calalzo di Cadore, adagiato sulle rive del lago del Centro Cadore.
Lunghezza: 48 Km|Difficoltá: facile|
È il fiume Piave a guidare il turista lungo la seconda tappa del viaggio Dolomiti - Venezia, un percorso in discesa, rallegrato dal gorgogliare delle acque e rinfrescato dalle foreste cadorine. Si riparte da Pieve di Cadore, il paese dell’occhiale che si affaccia sulle placide acque del Lago di Centro Cadore.
Si pedala in tutta sicurezza grazie ad una nuova pista ciclabile che ci conduce in breve tempo al paese di Perarolo di Cadore. In questo punto il torrente Boite confluisce nel Piave; il paesaggio tutto intorno è selvaggio.
Ad Ospitale di Cadore si passa davanti all’imbocco della riserva della Val Montina e lo sguardo arriva fino alla cima del Monte Duranno.
Grazie ad una bellissima pista ciclabile sospesa sul fiume si supera la stretta gola che precede il paese di Castellavazzo, dove è possibile prevedere una sosta per visitare l’interessante Museo degli Zattieri del Piave. Le ricche sale espositive presentano i mestieri legati alla foresta e al fiume e svelano il segreto che consente alla città di Venezia di galleggiare sulla laguna.
Dopo pochi chilometri il paesaggio cambia radicalmente, la valle si allarga ed ospita su un versante ben esposto il paese di Longarone. Le architetture moderne da un lato e la parete della diga del Vajont dall’altro ci ricordano la triste tragedia scatenata dalla frana del Monte Toc.
Ripresa la ciclovia che segue il Piave si arriva a Soverzene per deviare verso Ponte nelle Alpi in direzione del capoluogo Belluno la città splendente punto di arrivo di questa bella tappa.
Lunghezza: 46 Km|Difficoltá: media|
Belluno si trova nella conca verdeggiante della Val Belluna, tra le Prealpi e le cime dolomitiche del gruppo dello Schiara. Luce splendente, aria pulita e assenza di frastuoni caratterizzano l’atmosfera di questa città a misura d’uomo.
Oltrepassato il Piave in un punto con qualche problema di traffico, si prende l’argine del canale Cellina, fino alle sponde del Lago di Santa Croce. Nel più grande lago del bellunese si specchia tutto il territorio dell’Alpago. Un comprensorio dalle radicate tradizioni che comprende anche l’antica foresta del Cansiglio, governata dalla Repubblica di Venezia per ricavare il legname per l’Arsenale.
Nei pressi di Farra d’Alpago, dopo un ultimo sguardo alle cime dolomitiche, si riprende la bicicletta per affrontare la più lunga discesa del viaggio: quella che si svolge lungo la Val Lapisina.
La strada della vecchia statale Alemagna è poco trafficata e passa sotto agli alti viadotti dell’autostrada. Verso il basso incontriamo due pittoreschi specchi d’acqua: il Lago Morto e il Lago del Restello.
Merita una sosta nei pressi di un’area attrezzata del lago Restello per osservare da vicino la torre medioevale di San Floriano, posta a difesa del borgo di Serravalle, punto di arrivo della nostra terza tappa.
Lunghezza: 44 Km|Difficoltá: media|
Seduta alle pendici delle Prealpi Trevigiane, Vittorio Veneto è l’unione di due antichi borghi, Ceneda e Serravalle, ricchi di memorie storiche ed artistiche; la sua storia recente è legata alla Grande Guerra che in questi luoghi vide il suo epilogo; tutte testimonianze conservate nel Museo del Cenedese e nel Museo della Battaglia.
Da non perdere la scalinata monumentale che inizia nei pressi del duomo di Serravalle e conduce al Santuario di Santa Augusta e la pista ciclabile che costeggia il fiume Meschio.
Si scende verso sud e si incontra Conegliano, sinonimo del buon bere, con le viti che adornano i suoi verdi colli. Il panorama è dominato dal Castello, ora sede del Museo Civico, ricco di antiche vestigia dei tempi medievali; Conegliano è anche nota perché qui nacque Giovan Battista Cima, pittore dalla vita misteriosa e dall’arte sopraffina, come dimostra la Pala conservata nella Sala dei Battuti del duomo. Superata Conegliano si lascia sulla destra Susegana ed il Castello di San Salvatore da dove i Conti di Collalto dominavano il feudo circostante.
Lungo il percorso la veduta delle distese della campagna veneta prende a un certo punto il posto del morbido alternarsi delle colline.
È il Montello l’ultimo rilievo che costeggia sulla destra il percorso fino all’arrivo a Montebelluna; da qui si scende in direzione di Treviso.
Raggiunta la monumentale porta San Tomaso, si entra nel centro storico e ci si dirige verso piazza dei Signori dove si respira il clima frizzante del capoluogo della Marca “gioiosa et amorosa”.
Lunghezza: 56 Km|Difficoltá: facile|
Da Treviso si raggiunge la Laguna Veneta seguendo un percorso fluviale dalla duplice valenza: storica e naturalistica.
Canali e rogge innervano il centro storico racchiuso fra le mura rinascimentali. Per questo è necessario prevedere alcune soste artistiche prima di riprendere il viaggio: il duomo con l’Annunciazione di Tiziano, piazza dei Signori, il palazzo dei Trecento e la Casa dei Carraresi, sede di esposizioni e mostre.
Alla periferia della città un percorso su passerelle permette di visitare da vicino il cimitero dei burci dove giacciono affondate le grandi imbarcazioni del secolo scorso utilizzate per il trasporto commerciale. A Casier si possono notare le imponenti sponde che accompagnano la grande ansa su cui un tempo si stendeva il principale porto fluviale del Sile.
A Casale sul Sile si notano l’alto campanile merlato e una torre medioevale, che testimonia una postazione fortificata per il controllo della via fluviale.
A Quarto d’Altino, conviene prevedere una deviazione lungo l’antico tracciato della via Claudia Augusta Altinate per visitare il museo archeologico che espone numerosi reperti della romana Altinum. Per il ritorno a Venezia si lascia libertà di scelta al turista che può seguire il percorso di terra per Mestre oppure quello d’acqua continuando il corso del Sile, fino al mare aperto, passando per Caposile, Jesolo e Treporti (Treviso - Treporti 68 km).
Lunghezza: 43 Km|Difficoltá: facile|